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4 febbraio 2012 6 04 /02 /febbraio /2012 10:20

Lo sconosciuto norvegese, che quasi centoquindici anni fa ebbe l’idea di vivacizzare le corroboranti escursioni all’aria aperta trasformandole in coinvolgenti exploit atletici con tanto di bussole e cartine tematiche al seguito, non avrebbe mai pensato che la sua intuizione si sarebbe sviluppata fino ad acquisire dignità di sport, il citato Orienteering, e dimensioni planetarie, dal momento che gli Stati affiliati alla International Orienteering Federation (l’Organismo che si occupa di diffondere l’Orientamento nel mondo) sono rappresentativi di tutti e cinque i continenti. Da noi questo sport ha avuto il suo battesimo in Trentino, nel 1974, e si é progressivamente diffuso in quasi tutte le regioni della Penisola, sotto l’egida della Federazione Italiana Sport Orientamento. Scopriamone le caratteristiche peculiari, attingendo abbondantemente dalle notizie pubblicate sull’interessante opuscolo intitolato “Lo sport dei boschi...e molto di più!” edito dalla Federazione appena citata.

L’Orienteering é chiamato anche lo “sport dei boschi” perché il suo campo di gara ideale é il bosco; é possibile praticarlo, tuttavia, anche in altri ambienti quali centri storici, specialmente quelli particolarmente intricati di molte città, parchi pubblici, campagne ecc. L’Orienteering si può praticare tutto l’anno, sempre all’aperto. I concorrenti hanno la possibilità di cimentarsi in quattro categorie suddivise per sesso, per età e per grado di difficoltà. Questo sport  favorisce l’aggregazione tra singoli individui e famiglie intere, che partecipano alle manifestazioni perseguendo il proprio obiettivo personale. Le modalità di partecipazione alle gare sono piuttosto semplici e richiedono poche formalità, a partire dall’equipaggiamento: abbigliamento specifico e una bussola per gli agonisti, mentre i principianti non hanno alcun obbligo particolare, ove si eccettui l’irrinunciabile dotazione della bussola. Al momento dell’iscrizione, all’atleta viene consegnato il pettorale col numero di gara ed un cartellino sul quale registrare le punzonature previste lungo il percorso. I concorrenti partono ad intervalli di alcuni minuti l’uno dall’altro. A ciascuno di loro viene consegnata una carta sulla quale é illustrato minuziosamente il percorso di gara: segni convenzionali, codificati un tutto il mondo, indicano il punto di partenza (un triangolo), i punti di controllo lungo il percorso (cerchietti) e così via. I partecipanti devono passare dai punti di controlli nella stessa sequenza in cui sono numerati sulla carta. Ciascun punto é individuabile dalla presenza di un segnale bianco-arancio, detto “lanterna”: qui l’atleta trova un punzone con cui marcare il proprio passaggio sul cartellino-testimone personale. Al traguardo, i giudici  rilevano il tempo impiegato dal concorrente nel coprire il percorso e controllano che il cartellino riporti le punzonature regolamentari. Dal confronto di questi elementi esce il vincitore della prova: colui, cioé, che ha effettuato in un tempo inferiore a quello di tutti gli altri un percorso “netto” da irregolarità. Torniamo un momento alle quattro categorie in cui é possibile gareggiare.

Partiamo dalla “corsa orientamento”. L’ambiente in cui questa si svolge é principalmente quello naturale, dei boschi, ed é una prova contro il tempo in cui il concorrente, con l’ausilio di una bussola e di una carta molto particolareggiata, deve raggiungere nel minor tempo possibile il traguardo, transitando per una serie di punti di controllo che vanno toccati nella sequenza stabilita. La scelta di percorso da un punto di controllo all’altro é libera. Conta moltissimo, peraltro, la capacità dell’atleta di leggere la carta topografica in maniera veloce e precisa, pur nella tensione della gara.

 “Sci orientamento”. L’attrezzatura e la tecnica sono quelle dello sci di fondo. Per poter avere le mani libere e leggere la carta mentre si scia, il concorrente dispone di un leggio girevole che porta fissato al petto con delle bretelle. Il concorrente, dopo aver scelto il percorso di gara ritenuto più congeniale alle proprie caratteristiche, deve toccare nel minor tempo possibile i punti di controllo collocati lungo la pista. La difficoltà principale della gara consiste nel fatto che le piste preparate sul terreno sono numerose, cosicché l’atleta si trova spesso a doversi districare in una vera e propria ragnatela di percorsi, tutti comunque rigorosamente disegnati sulla carta.

“Mountain bike orientamento”. La caratteristica fondamentale di questa disciplina risiede nell’obbligo per il partecipante di percorrere, pena la squalifica, esclusivamente le strade e i sentieri indicati sulla carta, evitando tagli o scorciatoie. Onde evitare al concorrente la pericolosa incombenza  di  staccare le mani dal manubrio per consultare la carta del percorso, quest’ultima viene bloccata su un leggio girevole fissato al manubrio stesso. Le doti che un bike-orientista deve possedere sono una buona padronanza del mezzo meccanico e la capacità di interpretare con precisione e velocità le varie soluzioni che il tracciato propone per raggiungere i diversi punti di controllo.

“Orientamento di precisione”. Viene chiamato anche Trail Orientamento e richiede al concorrente doti di preciso conosce della cartografia. Si tratta di una disciplina che utilizza carta e bussola e stila la classifica in base al punteggio acquisito e non al tempo impiegato nel portare a termine il percorso. Per questo motivo si adatta molto bene alla pratica di questo tipo di competizione anche chi ha difficoltà di movimento, in quanto le strade e i sentieri che costituiscono il percorso di gara sono facilmente percorribili anche da carrozzine a rotelle a spinta o a motore. Fermandosi nelle  piazzole di osservazione dislocate sul percorso, il concorrente deve riconoscere correttamente il punto esatto in cui si trovano le “lanterne” sul terreno rispetto alla carta in dotazione ed indicarle sul proprio cartellino di gara. Il punteggio finale viene dato dal numero di lanterne riconosciute correttamente.

Queste sono, dunque, le quattro categorie in cui i concorrenti possono mettere alla prova le proprie capacità atletiche, di orientamento e di osservazione. Nelle scuole, poi, l’Orienteering si propone come una pratica formativa, attraverso la quale l’alunno impara a conoscere se stesso, a confrontarsi con i propri limiti  e le proprie potenzialità, muovendosi, insieme con gli insegnanti e i compagni, in ambienti salubri, a contatto con la natura.

L’Orienteering ha “contagiato” anche il Friuli, compresa ovviamente la Carnia, un teatro naturale che offre una preziosa varietà di caratteristiche ideali del terreno per rendere sempre più interessanti le gare.  In un arco di tempo lungo poco più di un anno, si sono svolte  tre gare – in gergo “fasi” – che hanno interessato molto da vicino le ragazze e i ragazzi  che frequentano la scuola media “A. Matiz” di Paluzza.  

Il 12 novembre 2010, i giovanissimi atleti  si sono ritrovati all’ora stabilita nel campo sportivo di Cercivento, dove sono giunti a piedi da Paluzza, approfittando del sensibile ”accorciamento” della distanza tra le due località, reso possibile dall’apertura del nuovo ponte sul Bût che congiunge il territorio due Comuni. Prima di dare ufficialmente il via alla competizione, che chiameremo correttamente «Fase di istituto», gli organizzatori hanno voluto rendersi conto del grado di preparazione dei concorrenti, con particolare riferimento alle capacità di interpretare la cartina topografica in dotazione. Le perplessità nascevano dalla consapevolezza che i ragazzi, in definitiva, avevano preso confidenza col nuovo tipo di disciplina grazie unicamente a  prove effettuate nel cortile della scuola; ben lontani, quindi, dal severo esame cui vengono sottoposti gli atleti impegnati in una corsa tra i boschi. Ma, con lo svolgersi della gara, ogni timore é ben presto rientrato: quasi tutti i partecipanti alla manifestazione hanno chiuso la loro prova nei tempi stabiliti, confortando così le aspettative di insegnanti ed allenatori, ai quali é andato il ringraziamento della scuola e della Società “Aldo Moro” di Paluzza, che ha collaborato alla riuscita dell’evento . Va anche aggiunto che  sinceri complimenti, per aver tanto bene preparato i ragazzi, sono stati indirizzati alla professoressa Paola Della Pietra e a  tutti i suoi valenti collaboratori,  accomunati in una citazione globale di merito.

Scorrendo le classifiche finali, salta all’occhio il primo posto assoluto conquistato da Valentina Unfer nella categoria “Cadette”. Senza volere assolutamente minimizzare i brillanti risultati conseguiti dagli altri ragazzi e ragazze, che affrontano questa impegnativa disciplina con entusiasmo e grande volontà (e solo per questo meritano un applauso maiuscolo), non posso nascondere che nutro una particolare simpatia per le imprese sportive di Valentina, nata sin dalle sue prime esibizioni ai tempi non lontani della corsa in montagna. Ricordo ancora come il suo timido e lievemente imbarazzato sorriso illuminasse i suoi occhi mentre la spingevo a rievocare per il giornale del paese  la sua prima vittoria in un cross del 2007 e, soprattutto, la conquista, l’anno successivo, del titolo di campionessa nella categoria “Esordienti femminili” della provincia di Udine, traguardo mai toccato da un rappresentante della Polisportiva Timau-Cleulis! In questi ultimi due anni, il suo rendimento agonistico si é attestato su livelli complessivamente medio-alti, ma senza registrare exploit di rilievo particolare. Adesso, questa nuova disciplina da lei praticata promette di rinverdire fasti appena appena appannati. Dopo la vittoria di Cercivento, infatti, arriva la “fase” numero due, la fase provinciale.

Il 15 aprile 2011, centodieci studenti appartenenti a 14 Istituti scolastici della provincia di Udine, suddivisi tra scuole medie inferiori e superiori, si ritrovano presso il campo sportivo di Branco di Tavagnacco, sulle sponde del fiume Cormor, per cimentarsi nella conquista dei titoli provinciali dei GSS Studenteschi di Udine a cura dell’Ufficio scolastico di Educazione fisica. Su un tracciato perfettamente preparato, i giovani concorrenti hanno profuso tutte le loro energie nel corso di una gara vibrante e alla fine per la Carnia, presente con 4 Istituti, sono arrivate le notizie liete: al suo esordio, la Scuola Media Statale di Paluzza, grazie ai ragazzi preparati dalla professoressa Paola Della Pietra, centra la qualificazione alla “fase regionale” nelle categorie cadetti e cadette. Ancora una volta, Valentina Unfer si dimostra la punta di diamante della squadra, giungendo seconda nella sua gara, a soli quindici secondi dalla vincitrice. Davvero niente male, per una ragazza che dimostra un’eccezionale predisposizione verso questo tipo di sport, per lei relativamente inedito!

La “fase regionale” va in scena il 6 maggio 2011 presso i Laghetti di Timau, dove si radunano, sotto un sole luminoso e beneaugurante, circa 160 ragazzi delle province friulane. Le finali regionali del GSS di orienteering si svolgono, quindi, in casa della Scuola media di Paluzza che, come vedremo, si dimostrerà trionfalmente profeta in patria. In palio, un traguardo particolarmente allettante: la partecipazione alle finali nazionali di Policoro, in Basilicata, dal 6 al 10 giugno. I tracciati dei Laghetti sono molto belli, con le difficoltà, sia di orientamento che di dispendio fisico, ben distribuite lungo il percorso, che i concorrenti  affrontano senza lesinare impegno. Al termine della gara, in cima alla classifica delle Cadette si issa nuovamente lei, sì, avete indovinato: Valentina Unfer, che prende per mano la sua squadra e la fa salire sull’aereo per Policoro. Le lodi, peraltro, vanno doverosamente estese alle sue compagne di compagine, e cioè Laura Di Centa (figlia di Giorgio Di Centa, il noto campione olimpionico e mondiale di sci di fondo), classificatasi terza, e Sara Puntel, che si aggiudica la settima piazza: sono loro tre che rappresenteranno l’Istituto  “A. Matiz” di Paluzza anche nelle finali nazionali. Nella gara di Timau Valentina vince il titolo, il tesseramento gratuito presso una società regionale di suo gradimento nonché, insieme con le sue compagne e tutte le scuole presenti sul podio, la partecipazione ad un raduno federale di orienteering.

Lasciatasi alle spalle la giornata  dei Laghetti,  la carovana di partecipanti ed appassionati dell’orienteering si dà appuntamento a Policoro, una bella località in provincia di Matera. Qui, dal 6 al 10 giugno 2011, ragazzi e ragazze si contenderanno gli ambiti titoli di campioni nazionali della varie categorie. La rappresentativa di Paluzza si imbarca su un aereo della nostra Compagnia di bandiera e, dopo uno scalo a Roma, giunge a Policoro nel pomeriggio di lunedì 6 giugno. Sistemazione presso il locale Circolo Velico Lucano, ricognizione del percorso, quindi cerimonia di apertura, cena, riunione tecnica e meritato riposo. Il giorno dopo iniziano le gare. Martedì 7 e mercoledì 8 giugno le prove di finale nazionale GSS (individuale e staffetta) si svolgono in località Bosco Pantano, mentre la corsa mista “dell’amicizia e dell’Unità d’Italia” di giovedì 9 viene effettuata nell’incantevole cornice della collina di Heraclea-Policoro. Seguono le premiazioni e alle 19.00 la cerimonia di chiusura della manifestazione. Il giorno dopo, 10 giugno, le rappresentative ripartono per le loro sedi di residenza. Nella classificata finale, le Cadette di Paluzza occupano il decimo posto. Nessuno, neppure per un momento, ipotizzi uno stato di delusione da parte della comitiva paluzzana perché un atteggiamento simile cozzerebbe con la logica. In Carnia, l’orienteering  è ancora una disciplina di nicchia, non certo diffusa come il cross o lo sci di fondo, e riuscire a piazzarsi al decimo posto in una competizione di respiro nazionale,  e per di più al primo tentativo, rappresenta un exploit rimarchevole, di cui andare giustamente fieri. Valentina, Laura e Sara si sono comportate egregiamente sia a Policoro che nel corso delle gare precedenti, lasciando intuire potenzialità molto interessanti che potrebbero riservare lusinghiere sorprese nella futura pratica di questo sport.

Siamo ormai  giunti all’ultima competizione prevista nel calendario regionale di Corsa Orientamento, disputatasi a Ravosa (UD) il 20 novembre 2011 nella festevole cornice di una mite giornata di sole. La gara, articolata su 6 prove e valida per l’assegnazione del titolo regionale di Media Distanza individuale e per il campionato di società, si è disputata su un percorso ricavato nell’ampia zona di colline moreniche site a nordovest del centro abitato e risultato particolarmente impegnativo a causa di una fitta rete di sentieri non sempre riconoscibili, la conformazione nervosa e varia del terreno e un sottobosco costituito da fitti rovi. Volgendo l’attenzione alle cose di casa nostra, ci tocca purtroppo registrare un sesto posto finale di Valentina Unfer assolutamente bugiardo rispetto alle capacità della giovanissima atleta, che per l’occasione difendeva i colori della “Aldo Moro” di Paluzza. Per un curioso disguido,  la lanterna nr. 49 era stata segnalata, ma non inserita, in un certo punto del percorso: Valentina, tra le prime a partire, si era attardata a cercarla oltre un ragionevole lasso di tempo, tradendo nell’occasione tutta la sua inesperienza dovuta al limitato numero di gare disputate.  Mentre le atlete scese successivamente in pista, infatti, ben più “scafate” della rappresentante carnica, avevano subito capito che la lanterna lì non c’era assolutamente, proseguendo la gara senza ulteriori perdite di tempo, la ragazza di Paluzza aveva in tal modo pregiudicato la sua esibizione e si era, alla fine, dovuta accontentare di un sesto posto tutt’altro da buttare, per carità, ma che conteneva una buona dose di rimpianto.

Il 2 dicembre 2011, nella sala consiliare della Provincia di Udine, sono state infine effettuate le premiazioni dei vincitori delle fasi provinciali e dei finalisti delle fasi nazionali. Accolti dai calorosi applausi dei presenti, sono sfilati gli istituti scolastici che hanno iscritto il loro nome nei primi posti delle classifiche generali di primo e secondo grado. Tra i festeggiati e premiati finalisti della fase nazionale di primo grado ecco ricomparire Laura, Sara e Valentina, brillanti alfiere della scuola “A. Matiz”. Forza, ragazze,  avete già avuto modo di dimostrare tutta la vostra…valentia (Valentina, mi permetti un raffazzonato gioco di parole?) in questa nuova disciplina  e non è difficile pronosticarvi un futuro di grandi soddisfazioni anche nell’orienteering, così come si è verificato nel cross.

 

Rocco Tedino                

 

  

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